[Attorno a Van Gogh] Matteo Massagrande e i temi degli alberi e della miniera

  *L'INTERVISTA E' UN'ESCLUSIVA DI CICCHETTI D'ARTE*


Mostra "Attorno a Van Gogh" fino al 6 giugno al Centro Culturale San Gaetano di Padova 

Si ringraziano il curatore della mostra Marco Goldin e Clara Scandiuzzi per la disponibilità ad intervistare alcuni degli artisti presenti alla mostra.



1-Leggendo la sua presentazione nel catalogo si percepisce un forte amore e rispetto nei confronti della natura: cosa pensa direbbe Van Gogh se vedesse il modo in cui ai giorni nostri distruggiamo la natura per sostituirla con questo continuo cantiere a cielo aperto?

Van Gogh non lo considero un attivista verde antelitteram ....lui è un poeta, i poeti esistono anche oggi, quindi farebbe ciò che ha sempre fatto....


2-In che modo le lettere dell’artista l’hanno influenzata?

Le lettere di Van Gogh le amo da quando ero adolescente,ancora prima di capire la sua pittura, quindi quando Marco Goldin mi ha chiesto di partecipare a questa iniziativa sapevo già che le lettere avrebbero dato un chiaro indirizzo per le mie opere. Ho cercato delle descrizioni strettamente pittoriche  per individuare dei luoghi da me amati e li ho dipinti.



3-C’è un’opera in particolare che ha percepito come fondamentale e che ha posto alla base della realizzazione delle sue opere?

La miniera, come luogo di partenza della sua missione.


4-Guardando le sue opere si percepisce un forte senso di appartenenza a questi luoghi, come se volesse mostrare uno specchio della sua vita. È importante secondo lei questo aspetto quando si raffigurano dei luoghi o dei paesaggi?  

Fondamentale. Devo averli vissuti emotivamente e fisicamente. 


5-Per quanto riguarda la tecnica, in che modo riesce a realizzare queste opere perfettamente realistiche?

La mia è una tecnica antica, molto simile alla vecchia tempera rinascimentale e al buon fresco quattrocentesco. La loro illusione della perfezione è data semplicemente dallo studio della luce che da sempre è una delle mie essenziali caratteristiche.



6-I luoghi della miniera regalano allo spettatore una forte malinconia. Come pensa possa esserti sentito l’artista vivendo questi luoghi?

La miniera Van Gogh l'ha vissuta come un luogo di spirito, inevitabilmente quindi è un ambiente ricco di suggestioni. Tra i sentimenti possiamo riconoscere la sua e anche la nostra malinconia, ricordandolo.

 

7-In questi luoghi abbandonati natura e architetture convivono pacificamente. Lei pensa che sia possibile lo stesso nel nostro mondo fortemente urbanizzato? 

Certo. Basta volerlo, fare senza pregiudizi intellettuali. Io cerco di trovare l'umanità in ogni luogo ed in ogni ambiente. Trovo New York una poesia vivente. Infatti, la dipingo spesso.



 

8-Quali luoghi di Amsterdam l’hanno colpita maggiormente?

Amsterdam significa mio figlio che ci vive da anni...non è nemmeno una città, per me è un pensiero, è un'idea. Non acqua, canale, ponti, ma cieli e luce dei miei amati Vermeer, Rembrandt, Pieter de Hooch..è la gioventù di Van Gogh... è la pittura.

 

9-C’è un periodo dell’anno o una stagione che secondo lei si presta maggiormente alla rappresentazione pittorica? 

Quello in cui sto vivendo in quel momento...

 


10-Come mai è particolarmente attratto dai luoghi del manicomio di Padova? 

Non so se sia per la loro storia, ma questi luoghi possiedono una luce piena di umanità. Quindi la studio sempre con grande curiosità per capire come mai il Sole lavori così delicatamente in questi luoghi.

 

11- Lei descrive gli alberi in modo contemplativo e rispettoso: come paragonerebbe le caratteristiche di un'albero a personalità umane 

Io da sempre dipingo alberi, da sempre li affronto come ritratti, ovviamente non per antropoformismo, ma per la dignità che meritano al livello pittorico, per le loro forme, volumi, colori e luci...


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